Le vie del Signore sono infinite. Ho sperimentato questo proverbio sulla mia pelle quando, nel 2015, ho incontrato Santa Gemma Galgani o, per meglio dire, quando Gemma si è presentata nella mia vita.Chi fosse santa Gemma o come funzionasse il meraviglioso dogma della Comunione dei Santi – credetemi sulla parola – io non lo sapevo. Ero, per così dire, un foglio bianco sul quale Gemma ha cominciato a scrivere, dapprima per farsi conoscere e poi per guidarmi come farebbe una sorella maggiore con la sua sorellina, questa Fabiola dinamica, sensibile, curiosa e un tantino pasticciona.Nata a Lucca dove morì a soli 25 anni nel 1903, Gemma fu una mistica stigmatizzata. Sveglia e arguta, con occhi bellissimi che sanno sondare le profondità dell’animo, Gemma apparteneva a una famiglia ricca e la sua vita cominciò sotto i migliori auspici per poi finire negli abissi della solitudine e dell’abbandono. La madre Aurelia, colei che per prima ispirò in lei il desiderio di Paradiso, morì quando Gemma aveva sette anni; in seguito morì Gino, il fratello a lei più caro e, tre anni dopo, anche il padre Enrico volò in cielo. I lutti familiari si accompagnarono a gravi problemi finanziari, tanto che Gemma, da pargoletta colta e benestante, si ritrovò abbandonata da tutti e senza un soldo, con i creditori che le frugavano nelle tasche del grembiulino in cerca di qualche centesimo. In un bellissimo libro di Giuliano Agresti, Gemma è stata infatti definita “l’espropriata” perché venne gradualmente spogliata di tutti i suoi affetti e delle sue certezze, fino a rimanere “sola” con Gesù. Nonostante i suoi ripetuti tentativi per essere ammessa in vari ordini monastici, non fu mai accettata a causa della sua salute precaria e dell’aura di stranezza che la circondava: una ragazza che viveva prevalentemente in uno stato di estasi e che dialogava con l’Angelo custode, Gesù e la Vergine Maria come normalmente si dialogherebbe con amici e parenti. Gemma veniva bullizzata dai suoi stessi fratelli e, quando camminava per le vie di Lucca, di ritorno dalla chiesa, i ragazzini la deridevano come la stramba del paese. Negli ultimi anni della sua vita, Gemma fu adottata dai Giannini, famiglia notabile di Lucca che la accolse come una figlia, e presso la quale la giovane potè vivere il mistero delle sue stigmate, protetta con discrezione e rispetto.Potrei continuare a scrivere pagine intere su Gemma, ma quel che mi preme di più è rivelarvi come lei sia entrata nella mia vita, configurandosi sempre più come una sorella maggiore, come fosse viva nella mia realtà quotidiana. Anzi, come tutti i santi, Gemma “è” viva, viva e operosa, con quei tratti distintivi della sua personalità che ho imparato a riconoscere e che mi piace riassumere in “poderosa dolcezza”. Le Sorelle di Santa Gemma Galgani, l’ordine monastico creato da Eufemia Giannini e che ancora oggi ha in custodia la casa padronale della famiglia, mi hanno descritto l’impronta della santa nella vita di molti altri suoi devoti esattamente con la stessa caratterizzazione. Gemma ha il suo stile, dolce e poderoso. Così era in vita, così è in cielo.E, allora, chi è Gemma Galgani? Con tutta l’umiltà del caso, posso testimoniare che la “povera Gemma” ha le idee molto chiare, sa bene ciò che vuole ed è molto determinata nel perseguire i suoi obiettivi. Gemma è anche come una fionda: ti cattura ma non ti trattiene un attimo poiché ti lancia istantaneamente fra le braccia di Gesù. Gesù è il suo innamorato: lei si è totalmente dedicata a Lui. Gemma ha vissuto come “prestata” al mondo terreno, ma in realtà la sua vita è trascorsa in uno stato di abbandono al Cristo. “Sola con Gesù solo”, come titola la raccolta dei colloqui estatici della santa, una perla della letteratura mistica.Gemma entra nella tua vita in punta di piedi, ma non demorde se non le dai subito ascolto. Ti manda una serie di segni incalzanti e tu, come nella favola di Pollicino, ad un certo punto non puoi fare a meno di mettere tutte queste coincidenze in connessione ed approdare a lei. Quando ti prende, ti rapisce e ne gusti la forza e la dolcezza. Non è una sorella maggiore autoritaria, in verità è molto dolce, ma sa molto bene come guidarti e a Chi.La mia vita è completamente cambiata da quando Gemma ha fatto la sua entrée in modo assai dirompente, disruptive si direbbe con un termine inglese alla moda. Sono sempre stata una persona sensibile, questo sì, ma non frequentavo la chiesa da vent’anni, più o meno dal giorno del matrimonio. Ero tutta dedicata alla famiglia e alla carriera professionale e, pur essendo appassionata di spiritualità, non ero certo quella che si può definire una fervente cattolica. Oggi lo sono e so di essere in un percorso molto nutriente per la mia vita di donna con i piedi per terra e gli occhi rivolti al cielo, un po’ come Gemma in alcune bellissime foto dell’epoca.E ora, caro lettore, mi rivolgo direttamente a te con una domanda. Vuoi seguirmi in un percorso monografico dedicato a Gemma Galgani? Scopriremo i tratti della sua vivace spiritualità e vedremo come una santa opera nella vita di una donna contemporanea come me. Questo primo articolo è solamente l’aperitivo e altre portate gustose ti attendono nelle prossime settimane. Sei pronto a partire? Trattieni il respiro e allaccia le cinture: si vola alto…Hai quale storia legata a Santa Gemma Galgani, scrivimi pure a questo indirizzo: fabiola_bertinotti@libero.it